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IL GIARDINO |
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Stato attuale |
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Consistenza storica e figurativa Non è oggi possibile ricostruire con esattezza l’immagine dell’area interna del chiostro prima dell’intervento di Antonio Muñoz. Alcune informazioni in merito sono scaturite dall’analisi delle stratificazioni individuate nei saggi di scavo realizzati lungo la parete nord e nell’angolo sud-ovest; il primo scavo ha localizzato una vasca rettangolare con fondo in cocciopesto che probabilmente è in rapporto con un impianto, forse una fontana, anteriore a quella centrale realizzata da Muñoz (vedi Appendice archeologica, saggio IV, tavv. 1-4); il secondo scavo ha localizzato un antico canale che forse drenava le acque del giardino e raccoglieva altre acque di scarico. Entrambi gli scavi hanno indicato che 15 cm al di sotto del piano attuale, sulla fascia d’intonaco del basamento dei binati rimane l’impronta di un livello pavimentale esterno, che sembra non essere stato alterato dai lavori successivi di Muñoz. L’unica fonte iconografica che documenta la situazione all’interno del chiostro prima dell’inizio dei lavori, è una foto scattata da Muñoz nel 1906 che inquadra una parte del giardino verso il lato sud (vedi Appendice iconografica): si vedono chiaramente un percorso perimetrale e uno centrale che circondano aiuole trascurate, dove si riconoscono poche piante di rose e bassi cespugli; grandi vasi di agrumi sono collocati, in modo disordinato, su capitelli rovesciati e altri reperti archeologici sono distribuiti sul terreno; un albero, di cui è visibile solo il tronco, è localizzato al centro del lato, abbastanza aderente al colonnato. Le foto di Muñoz scattate a cantiere già iniziato, mostrano lo stesso lato in una situazione simile a quella del 1906, dove però la poca vegetazione e l’albero sono stati rimossi, i vasi svuotati e tolti dai capitelli e il terreno è ricoperto di terra sciolta e detriti caduti dalla cornice. La definitiva sistemazione a giardino di Muñoz è invece ben documentata da fotografie coeve. Punto focale del suo progetto è la fontana centrale: all’interno di una vasca quadrata con angoli rientranti, incorniciata da soglie in peperino alte 30 cm da terra, Muñoz colloca due pregevoli tazze marmoree sovrapposte, in origine parti di un cantaro databile forse al IX secolo, di cui quella inferiore ornata da protomi leonine e mascheroni, poste al di sopra di un alto piedistallo ricavato da una colonna scanalata; nei suoi scritti riferisce, e documenta con foto, del rinvenimento delle tazze sul piedistallo all’interno di una vasca circolare situata a tutt’oggi nel giardino della clausura e del loro riutilizzo nella nuova fontana. Qualche anno dopo, Muñoz provvede ad abbassare il piedistallo del cantaro, come appare evidente dal confronto tra le foto del 1914 e quelle realizzate a restauro ultimato, forse per eliminare la barriera visiva che esso opponeva alla percezione complessiva del colonnato. Intorno alla vasca centrale disegna un’area di passaggio in ghiaia, di forma quadrata, ruotata rispetto alla fontana, con due angoli direzionati verso gli accessi e gli altri due verso i lati corti, senza però raggiungerne le pareti; il percorso così ritaglia negli angoli quattro aiuole triangolari coltivate a prato. In prossimità dell’angolo nord-ovest Muñoz ricostruisce un piccolo tratto della muratura della navata laterale della basilica carolingia, della quale aveva ritrovato la fondazione, e lo utilizza come poggiolo per un grande vaso in cotto; anche nel centro delle altre tre aiuole costruisce dei poggioli, sui quali colloca vasi o capitelli, come a ricostruire un equilibrio simmetrico della composizione, altrimenti compromesso dal tratto di muro carolingio. Oltre al prato, si impiantano due palme agli angoli del lato nord, e alcune altre essenze, tra cui si riconoscono cespugli di margherite, alberi di agrumi nei vasi e a terra un albero di bergamotto. Le foto degli anni ’60 mostrano come le aiuole abbiano in seguito subito alcune modifiche, non sostanziali, dal punto di vista botanico. L’area scoperta del chiostro trasformata in giardino ha quindi mantenuto una continuità d’immagine dal 1914 fino a quegli anni. Nel 1970 le Monache agostiniane fanno realizzare la sistemazione attuale (fig.1), che stravolge il disegno di Muñoz. Un percorso pavimentato in blocchetti di porfido gira tutto intorno al colonnato e quattro percorsi ortogonali raggiungono gli accessi dei lati lunghi e il centro di quelli corti; questi percorsi ritagliano quattro aiuole agli angoli e un’aiuola ottagonale intorno alla fontana, tutte perimetrate da cigli in peperino e coltivate a prato, oggi di Convallaria Japonica. Si mantengono le palme e il bergamotto piantati da Muñoz, mentre delle camelie vengono collocate simmetricamente in ogni aiuola, e delle quali tre sono ancora oggi presenti. |
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Il degrado di immagine L’odierna sistemazione del giardino risulta in contrasto con l’immagine storicamente consolidata dell’area scoperta di un chiostro; tale spazio è in genere coperto da aiuole coltivate a prato o erbe officinali più o meno separate da vialetti in ghiaia oppure, in alternativa, è pavimentato con la pendenza che digrada dal centro verso l’esterno dove canali perimetrali provvedono alla raccolta dell’acqua e al suo convogliamento in cisterne. La pavimentazione attuale in blocchetti di porfido nuovi, dalla superficie levigata, messi in opera con tessitura diagonale e margini rettilinei, e infine con pendenza opposta a quella tradizionale, fornisce un’immagine incongrua dello spazio aperto; gli alti cigli in peperino che delimitano le aiuole, inoltre, aumentano la percezione di uno spazio fortemente strutturato con un disegno che interferisce con la lettura del ritmo continuo ed equilibrato dei binati. L’aiuola ottagonale centrale, modifica del 1970, si sostituisce al disegno della vasca inferiore della fontana di Muñoz, oggi invisibile sotto l’erba che la ricopre, negando quell’equilibrio proporzionale tra la vasca e il cantaro, da lui ricercato con tanta attenzione. Anche i quattro chiusini, posti simmetricamente al centro dei lati della vasca, introducono un ulteriore disegno, con i fori di impluvio sagomati a petali di fiore. Infine va notato che i quattro discendenti angolari costituiscono un altro elemento incongruo ed estraneo all’architettura del chiostro; oggi peraltro tali discendenti hanno raggiunto un diametro consistente e la necessità di farli girare intorno alla cornice cosmatesca ha portato ad un ingombro che danneggia la percezione della cornice e dei pilastri e interrompe l’equilibrio della composizione. |
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Intervento conservativo I risultati che si vogliono perseguire attraverso il restauro del giardino sono di due tipi:
Con le scelte operate si è tentato di trovare soluzioni che garantissero il perseguimento di entrambi gli obiettivi, oppure, in caso di contrasto, un ragionato compromesso. Il primo obiettivo si collega al più generale intervento di deumidificazione che coinvolge tutta l’area perimetrale e per le specifiche tecniche si rimanda alla relazione sull’argomento. Comunque alcuni interventi, che riguardano gli aspetti di bonifica dall’umidità, vengono considerati anche qui per le componenti estetiche e figurative che li caratterizzano. Si sono progettati i seguenti interventi:
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