COLONNINE, LASTRE E PILASTRI
 
 

 

Interventi conservativi

 
 

Il restauro delle colonnine, delle lastre e dei pilastri presenta notevoli difficoltà.

Le prove di pulitura hanno consentito di verificare che gli impacchi tradizionali non hanno fornito risultati omogenei proprio per la presenza di tali strati di pellicole. Migliore effetto è stato conseguito con l’uso del laser che presenta anche il vantaggio di poter operare su supporti degradati senza preconsolidamento, perché il raggio emesso dallo strumento è assorbito dallo sporco superficiale, che viene rimosso senza intaccare il substrato lapideo, anche se decoeso.

Altro vantaggio è di riuscire a non creare alcuna abrasione, in quanto, le radiazioni in base alla velocità di emissione, provocano la ‘vaporizzazione’ dei depositi.

Dopo la pulitura sarà possibile valutare esattamente la stato del materiale lapideo e l’effettiva consistenza delle stuccature e operare delle scelte relative alla conservazione o meno di esse. Alcune infatti sono il prodotto di recenti interventi eseguiti con scarsa attenzione e deleteri per l’immagine complessiva.

Elenco e descrizione degli interventi:

  • Trattamento preventivo con biocidi (preventol) da effettuarsi a più riprese qualche giorno prima dell’intervento.

  • Pulitura con laser delle superfici che avverrà, data la differenza di materiali da trattare, a seguito di piccoli tasselli su zone campione per una giusta calibratura della cromia finale.

  • Rimozione degli ossidi di ferro con solventi

  • Rimozione con micromotore e bisturi delle concrezioni residue.

  • Sostituzione delle stuccature a cemento incongrue e riprese delle porzioni degradate con malte appositamente testate variabili caso per caso in funzione dell’immagine complessiva.

  • Consolidamento delle fratturazioni del materiale lapideo mediante resine acriliche, previa sigillatura dei punti di possibile fuoriuscita con malta a base di grassello e inerti compatibili al materiale di base e finale chiusura dei punti di immissione.

  • Microstuccature nei casi di microfratturazione effettuate con malta di grassello e polvere di marmo

  • Velatura ad acquarello con pigmenti stabili dei punti d’intervento cromaticamente dissonanti.

  • Applicazione di silicato di etile dato a pennello sino a rifiuto, per consolidare le zone ove siano presenti fenomeni di polverizzazione.

  • Protezione delle superfici con una resina siliconica.

 

 

 

 

 

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Fig. 1 - Particolare della base di una colonnina fortemente degradata su cui si è realizzata una prova di pulitura a laser.

 

Fig. 2 - Particolare della base di un pilastro fortemente degradato su cui si è realizzata una prova di pulitura a laser.