SUPERFICI AD INTONACO
 

 

Gli intonaci del chiostro

 
 

L’intervento conservativo

Il primo obiettivo dell’intervento sulle superfici intonacate è quello di garantirne la conservazione, in un ottica di assoluto rispetto della seppur debole traccia di consistenza storica. Gli intonaci di Muñoz infatti, pur privi di decorazioni, non sono una superficie totalmente neutra, ma sono carichi di valenze storiche e figurali che chiedono rispetto e interventi ragionati. Non solo sono dotati di quella patina del tempo che rappresenta un’insostituibile segno di autenticità, ma contengono in sé le testimonianze della storia del chiostro. Ad esempio lasciano leggere in trasparenza le arcate tamponate o contengono numerose tracce che tramandano una storia fatta di ripensamenti e modifiche della sistemazione museale dei reperti, opera con ogni probabilità dello stesso Muñoz che andava man mano riordinando la collezione. Inoltre come detto Muñoz raccordò ai nuovi intonaci anche lacerti storici, anch’essi documenti insostituibili delle trasformazioni subite dal chiostro.

In considerazione di ciò, con la sola eccezione del lato perimetrale sud, il cui caso richiede un intervento differenziato, la scelta conservativa è stata estesa a tutte le superfici e spinta fino al mantenimento della pellicola pittorica di Muñoz.

Questa scelta si integra con quella ritenuta altrettanto importante ai fini del rispetto dell’autenticità, di evitare il più possibile la rimozione e ricollocazione dei reperti che saranno restaurati in situ.

Pertanto si provvederà alla pulitura e al consolidamento delle superfici, eliminando solo alcune incongrue stuccature a cemento di epoca recente. Particolare attenzione dovrà essere riservata al consolidamento della malta gessosa con cui sono allettati molti reperti, per la quale dovranno essere adottate resine adeguate.

Il secondo obiettivo dell’intervento è di restituire all’immagine l’unitarietà figurativa attualmente compromessa dal degrado.

L’intervento però non deve essere inteso come acritico ripristino dell’immagine ottenuta da Muñoz, bensì corrispondere a una nuova immagine sommatoria di quella lasciata da Muñoz stesso, del naturale invecchiamento e dell’intervento attuale che agirà selezionando e rispettando ciò che è la così detta "patina del tempo" dai fenomeni di degrado che agiscono come elemento di disturbo.

Questi ultimi hanno prodotto in primo luogo delle lacune che vanno della mancanza dalla pellicola pittorica fino a quella dell’intonaco di supporto; in secondo luogo macchie dotate di una forma propria, leggibili come ‘figura’ in competizione con quella della superficie in cui si inseriscono (ad esempio la ripresa delle tracce dell’impianto elettrico).

Nel primo caso sarà eseguita un’integrazione delle lacune della malta e della pellicola pittorica. Quest’ultima sarà realizzata con un primo strato di colori a calce più fissativo e una successiva patinatura ad acquerello. L’integrazione dovrà adeguarsi al contesto, dotato di caratteristiche molto variabili da punto a punto, ma essere anche distinguibile ad un’analisi ravvicinata. Le macchie giudicate improprie saranno velate con gli stessi sistemi.

Il risultato finale dovrà garantire che l’immagine abbia nella sua interezza la vibrazione cromatica tipica delle superfici storiche. Tale risultato, oltre che positivo dal punto di vista estetico, ha il vantaggio che le differenze cromatiche che inevitabilmente il nuovo passaggio del tempo produrrà sulle superfici, saranno più facilmente riassorbite all’interno dell’immagine complessiva. Sempre a tal fine, il supporto sarà realizzato con una malta cromaticamente analoga alla pellicola pittorica, in modo che il suo emergere nel caso di cadute della pellicola stessa, provocate anche da danni antropici, inevitabili in un ambiente aperto al pubblico, non avrà l’effetto di introdurre nuove ‘figure’ nel contesto dell’immagine risultante.

Le condizioni degli intonaci del lato perimetrale sud richiedono un intervento più radicale a causa non solo del precario stato di conservazione, ma soprattutto della elevata quantità di sali presenti negli intonaci e nelle murature. In questo caso è stato giudicato necessario rimuovere le parti più ammalorate degli intonaci e di conseguenza i reperti che insistono su di esse. Si procederà quindi alla bonifica delle murature e successivamente al rifacimento degli intonaci e della pellicola con le stesse procedure adottate per le lacune, e alla ricollocazione dei reperti nella posizione originaria.

Particolare attenzione sarà riservata alla conservazione delle tracce delle più antiche collocazioni dei reperti che saranno consolidate e trattate superficialmente con silicato di etile.

Per mettere a punto la metodologia d’intervento sono state eseguite prove di pulitura, consolidamento e reintegrazione degli strati superficiali, cercando il giusto equilibrio cromatico, anche in rapporto con la pulitura dei reperti.

Gli interventi previsti sono:

  1. Rimozione dei reperti nel caso in cui il cui supporto non garantisca più la funzione; allo stato attuale tali reperti sono quantificabili nel numero di 17 collocati sulla parete sud e di uno sulla parete ovest.
  2. Consolidamento dei distacchi in profondità delle tracce di precedenti collocazioni dei reperti, con iniezioni di malta idraulica premiscelata (P.L.M.-A o P.L.M.-AL).
  3. Pulitura e consolidamento con silicato di etile delle tracce delle precedenti collocazioni dei reperti.
  4. Rimozione delle parti ad intonaco ammalorate che hanno perso ogni traccia della figuratività originaria e non hanno un significato storico a sé stante.
  5. Rimozione delle stuccature a cemento di epoca contemporanea.
  6. Rimozione a secco di polvere e depositi incoerenti, eseguita con spazzole morbide o con impacchi di acqua demineralizzata.
  7. Intonacatura delle lacune e delle parti di nuovo rimosse, da eseguirsi con malta di calce e pozzolana più ulteriori cariche inerti, utili alla realizzazione di una cromia simile a quella della pellicola pittorica.
  8. Sigillatura delle fessurazioni con malta adeguata di calce e pozzolana, sia a supporto delle iniezioni di consolidamento degli intonaci e della struttura delle volte, sia per evitare infiltrazioni d’acqua (cfr. il progetto di consolidamento).
  9. Consolidamento dei distacchi in profondità con iniezioni di malta idraulica premiscelata (P.L.M.-A o P.L.M.-AL).
  10. Reintegrazione pittorica con colori a calce più fissativo delle zone di lacuna della pellicola pittorica, valutando caso per caso le caratteristiche dell’ intorno.
  11. Patinatura ad acquarello con pigmento stabile da estendersi oltre che sulla nuova pellicola pittorica anche su quella esistente, laddove sussistano macchie dotate di una forma propria in contrasto con la figuratività storicamente ed esteticamente indicativa. L’entità di detta operazione è valutabile soltanto una volta terminate le operazioni precedentemente elencate.
  12. Stesura di un fissativo sulle reintegrazioni della pellicola pittorica degli intonaci esterni.

Per la decorazione floreale dell’angolo nord/est, si prevede il descialbo di una porzione laterale, oggi coperta dalla tinta del restauro, per verificare lo stato di conservazione dei pigmenti sottostanti in modo da avere ulteriori indicazioni per l’intervento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Fig. 5 - Parete ovest: dettaglio prima della prova di pulitura.

 

Fig. 6 - Parete ovest: dettaglio dopo le prove di pulitura.

Fig. 7 - Parete ovest: dettaglio dopo la prova di reintegrazione.