SUPERFICI AD INTONACO
 

 

Gli intonaci del chiostro

 
 

Consistenza storica e figurativa

Non è noto lo stato degli intonaci del chiostro al momento dei lavori di Muñoz. Quasi certamente non rimaneva nessuna traccia di quelli medievali, e in generale si può supporre che le superfici fossero di natura eterogenea a causa delle trasformazioni succedutesi nel tempo e soprattutto della realizzazione di ambienti separati all’interno dei corridori.

Nonostante lo stato di conservazione e in particolare quello delle parti inferiori delle pareti non dovesse essere buono, Muñoz non scelse di operare un acritico rifacimento: dove era possibile conservò gli intonaci preesistenti e li fece integrare con i nuovi in maniera mimetica. Furono reintonacati in maniera completa solo i muri di sostegno delle arcatelle, e le pareti interne destinate ad alloggiare i reperti con l’eccezione delle lunette e di alcuni tratti nella zona nord. Sulle volte furono eseguite limitate riprese, mentre più consistenti integrazioni furono necessarie sulle superfici comprese tra le arcatelle e l’imposta delle volte, giustificate dalla necessità di tamponare le grandi arcate tardorinascimentali per ricostruire le arcatelle. La stessa esigenza guidò l’intervento sulle superfici del piano terra rivolte verso il giardino: Muñoz rifece totalmente l’intonaco sui due lati lunghi interessati dall’apertura di quattro arcate per parete, mentre sui lati corti che avevano subito una trasformazione meno radicale, mantenne ove possibile l’intonaco preesistente integrandolo in corrispondenza delle tamponature delle arcate e rifacendo il profilo delle ghiere di tutte le arcatelle, operazione indispensabile dopo la demolizione dello ‘scivolo’ che ne aveva annullato l’incasso.

L’immagine finale del chiostro progettata da Muñoz prevedeva diversi trattamenti superficiali secondo le pareti. Per quelle perimetrali l’intento era di offrire un supporto che mettesse in evidenza i reperti archeologici su di esse collocati, grazie ad una tinta scura e nella sostanza uniforme. Su queste pareti lasciò a vista le ghiere delle nicchie portalampada e in due grandi tasselli sulla parete ovest mise in evidenza parti delle grandi arcate altomedievali ivi inglobate. Inoltre nell’angolo nord della parete est lasciò un ampio riquadro della decorazione pittorica della stanza che vi era stata ricavata nel XVIII secolo. Tale decorazione rappresenta motivi floreali alternati a nastri su fondo bianco ed è eseguita a tempera.

Muñoz fece poi tinteggiare le superfici interne delle volte e delle pareti rivolte verso il giardino un colore beige chiaro successivamente trattato a spugna, in modo che, come nel caso dei sottarchi, fosse attutito l’effetto di ‘nuovo’.

Su tutta la superficie esterna invece diede una tinteggiatura color ocra che non era dotata di uniformità, ma manteneva maculature e imperfezioni, fatto che nel contesto dell’intervento sembra un risultato voluto, al fine di adeguarsi a un’immagine storica.

E’ da notare che Muñoz non intervenne sull’intonaco del piano loggiato che al tempo del suo intervento aveva probabilmente già perso la coloritura (processo certamente compiuto nelle immagini a colori del 1970): il colore grigio della malta in questo caso poteva risultare un mezzo economico per distinguere la parte duecentesca dalla successiva sopraelevazione, secondo principi di restauro all’epoca già adottati.

All’immagine così delineata si sono sovrapposti i segni del tempo che però non hanno agito in maniera uniforme sulle superfici. Si passa dalle condizioni della parete perimetrale nord dove è apprezzabile un fenomeno di naturale invecchiamento, che può essere interpretato come un arricchimento dall’originaria qualità figurativa, alla situazione della parete sud, dove i fenomeni di degrado tuttora in corso hanno non solo violentemente scompaginato l’assetto dato da Muñoz, ma hanno anche compromesso la conservazione stessa del manufatto.

 

 

 

 

 

 

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Fig. 1 - Particolare della parete sud del corridore sud con le cadute di intonaco, malta e laterizi dovute all’umidità di risalita.

Fig. 2 - Prospetto sud: reperti da rimuovere.