Approfondimento sulle caratteristiche degli ordini binati

a cura di Laura Morgante

 
 

Dopo la compilazione delle schede di cantiere si è passati all'analisi dei dati che sono stati riportati in una tabella excel per renderli disponibili a ulteriori approfondimenti (fig. 1). Per prima cosa sono state selezionate le informazioni ritenute rilevanti per il raggruppamento degli elementi binati secondo categorie.

Le caratteristiche estrapolate per tale studio sono:

- distinzione tra gli elementi originari, rimontati o di restauro, identificati sia grazie alle differenze di materiale, lavorazione superficiale, stato di conservazione, sia al confronto con l'iconografia storica;

- forme del capitello: sono state individuate due forme principali, una a tronco di cono, l'altra a calice; la prima è comune ai capitelli originari (fig. 2) e di restauro (fig. 3), il che testimonia che Muñoz la ha utilizzata come prototipo per gli elementi di restauro. I capitelli a calice sono tutti localizzati sul lato sud e presentano il diametro di base nettamente inferiore agli altri (varia da cm 7 a 8.9 mentre la media complessiva è di cm 9.19) (fig. 4); possono essere accostati alla tipologia prevalente nel chiostro 'gemello' di Sassovivo a Foligno.

- differenze nella decorazione dei capitelli: tutti i capitelli antichi presentano motivi floreali con scanalature che si biforcano a coda di rondine alla base (fig. 2); questa caratteristica è presente solo in alcuni capitelli di restauro (fig. 3); la varietà di questi ultimi è spiegabile con le modalità e i tempi del restauro di Muñoz, realizzato a più riprese;

- differenze morfologiche nella lista di separazione scolpita tra i due capitelli del binato; essa presenta forme raggruppabili secondo quattro distinte tipologie (fig. 5)

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Fig. 5

Il tipo A comprende la maggioranza degli elementi di restauro e alcuni di quelli originari; il tipo B ha la sezione A-A' concava ed è presente negli elementi originari, ad eccezione del binato CB48 (che ha anche ulteriori anomalie poiché è uno dei pochi elementi di restauro il cui capitello presenta le scanalature che si biforcano a coda di rondine alla base) il tipo C si trova in 4 elementi dei quali uno solo originario; gli altri tutti di restauro. Il tipo C' è rilevabile solo sul lato sud del chiostro sempre in concomitanza con il capitello a calice.

L'analisi dei dati ha condotto alla suddivisione degli elementi binati in quattro gruppi e ha suggerito che Muñoz non ha utilizzato un solo binato come prototipo, ma ha riprodotto la varietà dei tipi originari. Nella fig. 6 è esemplificato il risultato ottenuto limitatamente al lato sud.

Fig. 6

I dati sullo stato di conservazione risultano utili anche per ricostruire la successione degli interventi di consolidamento o restauro. Sono state individuate operazioni di:

- sigillatura tra gli elementi dell'ordine binato con piombo di prima fusione;
- stuccatura a cemento;
- stuccatura con malta bianca a granulometria fine;
- integrazione di mancanze con malta bianca di granulometria fine;
- sigillatura con malta cementizia molto fluida eseguita con scarsa attenzione e conseguente appiattimento delle modanature;
- inzeppatura con piccoli elementi in legno;
- presenza di elementi metallici.

Nella fig. 7 è esemplificato il risultato ottenuto limitatamente al lato sud.

Fig. 7

Il confronto tra i dati ha evidenziato che gli interventi di sigillatura con il piombo non sono ascrivibili all'opera di Muñoz perché non sono presenti in alcun elemento di restauro; risulterebbero invece pertinenti al suo intervento le stuccature con malta cementizia o con malta bianca a granulometria fine e, con loro, le numerose zeppe di legno.

L'analisi dei dati strutturali ha portato ad individuare un andamento discontinuo delle eccentricità del baricentro geometrico delle basi rispetto ai pulvini sovrastanti. Ciò, nella maggior parte dei casi, deriva da fuori piombo di montaggio. Queste eccentricità si devono sommare a consistenti rotazioni della struttura nel suo complesso, per la comprensione delle quali si rimanda ad un ulteriore approfondimento. Riguardo allo stato di conservazione del materiale lapideo delle colonnine binate, grazie ad una mappatura tematica puntuale sono state individuate varie patologie; per la sintesi di questi dati si rimanda al contributo di Elisabetta Giorgi.

 

 

 

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Fig. 1 - Estratto della tabella excel d'analisi dei dati stilistici e dimensionali.

 

Fig. 2 - Capitello originario.

 

Fig. 3 - Capitello di restauro.

 

Fig. 4 - Capitello originario del lato sud.