Le prove di pulitura sul materiale lapideo

a cura di Francesca Matera

 
 

Gli elementi su cui eseguire le prove di pulitura sono stati selezionati in funzione del tipo di materiale, dell'epoca e della tecnica di lavorazione, dello stato di conservazione e infine del tipo di esposizione agli agenti atmosferici. Scopo delle prove era quello di individuare le tecniche di pulitura che mediassero le necessità conservative con il mantenimento della patina del tempo. In altre parole si voleva cercare un livello di pulitura che evitasse l'effetto stridente di un 'troppo nuovo' in un contesto fortemente storicizzato come quello del chiostro. Si è visto che il problema più difficoltoso da risolvere è quello della rimozione della pellicola data sui pilastri e sui binati durante il restauro di Muñoz. Mentre infatti per i reperti archeologici tecniche ormai tradizionali di impacchi come quelli con bicarbonato di ammonio usando come supportante la carbossilmetilcellulosa e polpa di carta, o impacchi con sepiolite e acqua demineralizzata, hanno dato risultate soddisfacenti, le stesse tecniche nel caso della pellicola si sono rivelate o totalmente inefficaci o hanno dato luogo a effetti disomogenei e spesso sono andate a danno del mantenimento di un giusto livello di patina.

Il reperto (fig. 1) è stato oggetto di prove di pulitura differenziate. La parte alta è stata trattata con sepiolite per un intervallo di tempo di 9 giorni: la sepiolite usata è fillosilicato idrato di magnesio, con una granulometria di 100 Mesh, è stata scelta per due motivi, la sua totale capacità di adesione alla superficie e la sua particolare caratteristica di trattenere liquidi in grande quantità (1 l. di acqua 1.5 kg di sepiolite). La parte centrale è stata pulita con bicarbonato di ammonio più E.D.T.A per la durata dell'impacco di 4 ore. Il bicarbonato di ammonio è un sale leggermente basico mentre l'E.D.T.A è un sale bisodico e sono stati applicati usando come supportante la carbossilmetilcellulosa. La parte bassa è stata pulita con AB 57, che è formata da bicarbonato di ammonio, bicarbonato di sodio e Desogen (un tensioattivo a blanda azione biocida), e E.D.T.A, utilizzando come supportante sempre la carbossilmetilcellulosa. Dopo questi tentativi si è scelto di fare alcune prove con un laser YAG Q-Swich fornito dalla ditta Lambda Scientifica Srl -Altavilla V.na (VI). I vantaggi sono emersi non solo nel caso della rimozione della pellicola, ma anche quando il materiale presentava gravi danni superficiali (fig. 2). Dalle prove svolte risulta che il progetto deve prevedere l'uso di tecniche diverse a seconda della consistenza degli oggetti e delle loro peculiari caratteristiche.

 

 

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Fig. 1 - Il reperto, si notano i differenti livelli di pulitura.

 

Fig. 2 - Prova di pulitura con laser.