Incisioni storiche nel chiostro

a cura di Luca Della Santa e Luca Giuggiolini

   
 

Man mano che il processo di analisi storico-critica di un manufatto si sviluppa, il primo impatto col monumento viene sostituito da una lettura sempre più attenta e meno emotiva: sulle superfici si cominciano ad individuare tracce via via più significative del loro passaggio attraverso la storia.

Nel caso del chiostro particolarmente interessanti e ricche di informazioni si sono rivelate due colonne ed una lastra (chiaramente di riuso) situata nel lato nord. La prima colonna presenta l'incisione di un volto umano, probabilmente un monaco od una monaca come indica il tipo di copricapo (cfr. fig. 1). La seconda riporta un'incisione interpretabile come un umbraculum (ombrello di forma conica) simbolo cosmico di origine imperiale che i pontefici utilizzavano durante le processioni (cfr. fig. 2). E' ipotizzabile la presenza di un manico obliquo, poco leggibile all'interno di una caotica serie di tracce. Circa le fonti di tale incisione Sulle pareti affrescate dell'oratorio di S.Silvestro (1247) compare la raffigurazione di un umbraculum molto simile al nostro (cfr. fig. 3). Il convento si trovava lungo la strada processionale che conduceva da S. Pietro al Laterano, percorsa dai pontefici al momento della loro elezione. Agostino Paravicini Bagliani (Le chiavi e la tiara. Immagini e simboli del papato medievale, Ed. Viella, Roma 1998) ipotizza che tale cerimonia sia stata raffigurata nell'intaglio (fine sec. XII, oggi conservato a Palazzo Pitti), in cui un accolito con umbraculum accompagna il papa a cavallo.

Il terzo oggetto (forse il più stimolante) è la lastra frettolosamente incisa con quindici righe parallele intervallate da segni simili a numeri cardinali romani (cfr. fig. 4). Si sta verificando l'ipotesi che si tratti di un gioco, anche se in realtà potrebbe essere tutt'altro (note sul bancone di un mercante, tavole di meditazione, un abaco?). Secondo Barb del Warburg Institute di Londra (cfr. MATIZIA MARONI LUMBROSO, Un quiz da risolvere nel chiostro dei Ss. Quattro Coronati, in "L'Urbe", 1963, 2, pp.38-43) potrebbe essere un gioco di abilità e/o di azzardo. Lanciando una trottola od una pallina il giocatore tenta di raggiungere le colonne col punteggio più alto, rischiando però di fermarsi in quelle più 'povere', a queste immediatamente adiacenti. Nulla si dice però sui confini del gioco: cosa sarebbe accaduto al giocatore che fosse uscito dal rettangolo di gioco? E perché 80 punti ad un'estremità e 100 all'altra? Si propone questa interpretazione: il giocatore si dispone a sinistra (in modo tale da leggere al dritto le lettere 'V') e due barriere (legno, pietra ecc…) disposte parallelamente alle righe delimitano fisicamente il 'campo' di gioco. Per ottenere 80 punti bisogna far fermare l'oggetto sulla rispettiva colonna dopo averlo fatto rimbalzare sulla sponda più lontana dal giocatore. Per acquisirne 100 debbono essere usate entrambe le sponde, rischiando però di ottenere uno scarso risultato in caso di lancio troppo 'lungo'.

E' interessante notare nelle colonne una certa simmetria nella disposizione dei punteggi, probabilmente utile per memorizzarli e riprodurre più facilmente il gioco. Documentazione su un'incisione simile presente nella Basilica Julia ci viene fornita da Edward Falkener (Games ancient and oriental and how to play them, Dover Publications, Inc. New York), che riporta il disegno speditogli dall'amico George Dennis nel 1892, anche se in quel caso non esistono altri punteggi incisi sulla pietra all'infuori di otto 'X'.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Fig. 1 - Incisione su colonna lato nord.

 

Fig. 2 - Umbraculum(?) inciso su colonna lato ovest.

 

Fig. 3 - Affresco nell'oratorio di S. Silvestro con un umbraculum portato da un accolito sopra il capo del papa.

 

Fig. 4 - Incisioni sulla lastra del lato nord.