Le preesistenze archeologiche

di Raffaele Pugliese

 
 

Il chiostro si colloca in un settore particolarmente importante dal punto di vista topografico e archeologico del colle celimontano, in particolare nella sua spianata sommitale dove verrebbe a trovarsi alla confluenza di alcuni assi viari romani di età imperiale (fig. 1). E' probabile che gli edifici che si allineavano lungo questi assi, forse insulae cioè case d'affitto, o strutture commerciali, possano essere stati in parte utilizzati come sostruzioni per la costruzione del chiostro, ipotesi che potrebbe essere avvalorata da accurate indagini archeologiche in loco (fig. 2).

Questa realtà urbanistica venne profondamente alterata agli inizi del IV secolo d.C. con la costruzione di una vasta domus, ovvero di una residenza nobiliare di alto livello. Delle parti di questa residenza si conserva una vasta aula conclusa da un abside che si eleva come torre all'incrocio delle odierne via dei Querceti e via dei Ss. Quattro. All'interno dell'aula probabilmente tra la fine del V secolo d.C. e gli inizi del successivo si impiantarono l'antico titulus paleocristiano e poi successivamente nel IX secolo la chiesa carolingia.

Questa domus nobiliare doveva estendersi per un vasto tratto anche verso sud, un'area pianeggiante e panoramica, che poi verrà occupata dal chiostro medievale.In questo punto nevralgico e distante dalla via Tuscolana, importante asse viario della Roma antica, (odierna via dei Ss. Quattro Coronati) posta a nord e lungo la quale è plausibile che si trovassero gli accessi e i settori domestici, è probabile che possano trovarsi i resti dell'ala residenziale e più ricca per eccellenza di questa abitazione, con sale per ricevimento per gli intimi, triclini e soprattutto un accesso porticato verso peristili e giardini, ambienti di solito poi arricchiti da decorazioni scultoree e pavimenti marmorei di pregio. Una traccia in tal senso potrebbe venire dai resti di una struttura porticata di età tardoantica rinvenuta pochi anni fa a ridosso della cappella di S. Barbara e che sembrava proseguire verso l'area claustrale.

 

 

 

 

 

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Il celio al suo stato fisico originario

Fig. 1 - "Il Celio nel suo stato fisico originario" da A. Colini, Storia e topografia del Celio, Città del Vaticano 1944, Tav. I.

 
Il Caput Africae e le zone limitrofe in età  imperiale

Fig. 2 - Il Caput Africae e le zone limitrofe in età imperiale (rielaborazione da Colini, op. cit., Tav. XVI e C. Pavolini, Il Caput Africae, Roma 1993, Tavv. I-II).